Secondo UDIR non ha senso mettere in piedi un sistema di valutazione complicato, cervellotico e poco trasparente, se poi lo sbocco sarà un premio di risultato mensile striminzito, pari in media a 150 forse 200 euro lordi. Perché quest’anno verranno a mancare le somme stanziate una tantum dalla Buona Scuola e di conseguenza il Fondo unico nazionale destinato alla categoria si ridurrà di circa 20 milioni. È questa, dunque, la risposta del Governo agli stipendi dirigenziali più bassi della PA e dimezzati rispetto al privato?

 

Marcello Pacifico (Confedir-Udir): bisognerebbe almeno reintegrare questa somma nel corrente anno scolastico. Qualche risorsa aggiuntiva potrebbe venire dal conferimento della RIA dei pensionati, ma si tratterà di somme non importanti, anche perché ormai sono davvero pochi i dirigenti scolastici che godono dei questa ‘voce’. Tutto questo accade, tra l’altro, dopo i quasi 15mila euro tagliati negli anni scorsi, con una perdita di almeno 350 euro al mese che rimarrà per sempre, con effetti sulla pensione e la buonuscita.

 

Il merito professionale dei presidi italiani, introdotto con la Legge 107/15, si sta rivelando una beffa cosmica: proprio quest’anno, coincidente con l’inizio della valutazione dei dirigenti scolastici, la loro retribuzione di risultato diminuirà drasticamente e il cosiddetto Fondo unico nazionale verrà tagliato di almeno il 10%. Questo significa che i dirigenti scolastici italiani si dovrebbero dannare l’anima per stabilire se percepire o meno 150 euro, al massimo 200 euro mensili lordi di premio di risultato. Ma che senso ha mettere in piedi un sistema di valutazione complicato, cervellotico e poco trasparente, se poi lo sbocco sarà un incentivo striminzito, pari, in media, a 80 euro nette al mese riservato solo ai capi d’istituto più meritevoli? È questa, dunque, la risposta del Governo agli stipendi dirigenziali più bassi della PA e dimezzati rispetto al privato?

A chiederlo è il giovane sindacato UDIR, alla vigilia della convocazione delle organizzazioni sindacali rappresentative: domani, infatti, saliranno al Miur per un’informativa proprio sul Fondo unico nazionale 2016/2017. La riunione è in forte ritardo, ma è bene soffermarsi sul contenuto dell’incontro: quest’anno verranno a mancare le somme stanziate una tantum dalla Buona Scuola e di conseguenza il Fondo unico nazionale destinato alla categoria diminuirà di circa 20 milioni; in particolare, verranno a mancare 27.460.467,43 euro, specificamente dedicati nel 2015/2016 alla retribuzione di risultato.

“Se si vuole fare una valutazione che abbia un minimo di senso, bisognerebbe almeno reintegrare questa somma nel corrente anno scolastico – dice Marcello Pacifico, segretario organizzativo della Confedir, cui aderisce Udir -: qualche risorsa aggiuntiva potrebbe venire dal conferimento della RIA dei pensionati, ma si tratterà di somme non importanti, anche perché ormai sono davvero pochi i dirigenti scolastici che godono dei questa ‘voce’. Tutto questo accade, tra l’altro, dopo i quasi 15mila euro tagliati negli anni scorsi, con una perdita di almeno 350 euro al mese che rimarrà per sempre, con effetti sulla pensione e la buonuscita”.

Entrando nel dettaglio, secondo quanto riportato dal sito internet governarelascuola.it, occorre prima porsi il problema del 2015/2016: in nessuna regione il Contratto integrativo regionale relativo a questo anno scolastico è stato ancora messo in pagamento. Intanto, in Calabria i colleghi subiscono recuperi erariali anche per 15mila euro. Per l’anno in corso, di sicuro “c’è poco da stare allegri, il Fondo unico nazionale diminuirà del 12,46% rispetto al 2015/2016: ancora non viene pagato ed è già diminuito”.

Perché, “tra recuperi e decurtazioni, nel corrente anno scolastico il Fun diminuisce di 20.390.976,73 euro, cioè del 12,46% rispetto al 2015/2016. Possiamo dire – continua il sito specializzato - che nel corrente anno scolastico diminuirà drasticamente la retribuzione di risultato: nel 2015/2016 c’erano ben 27.460.467,43 euro aggiuntivi riservati appunto a questa voce dello stipendio”, mentre “quest’anno non ci sono più, di qui l’inevitabile, drastica riduzione di questa voce dello stipendio. E pensare che proprio quest’anno inizia la valutazione”.

“Per quanto riguarda le diverse regioni, quest’anno non ci sono state grosse variazioni nel numero delle istituzioni scolastiche, per cui anche la suddivisione del FUN non dovrebbe far registrare grosse variazioni. La speranza è tutta riposta sui pensionati: più pensionamenti ci sono stati quest’anno in ogni regione, meno pretendenti ci saranno nella distribuzione della torta e di conseguenza sarà più alta la fetta percepita da chi è rimasto in servizio. La cosa, come abbiamo detto tante volte, è del tutto assurda, ma c’è poco da fare: così stabilisce il contratto”.

 

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