“La Repubblica è fondata sul lavoro per il progresso della Nazione, ma a patto di tutelare il benessere dei lavoratori-cittadini”; è quanto dichiara Marcello Pacifico, segretario confederale Cisal e segretario organizzativo Confedir. Fa riferimento a una tutela riconosciuta dalla CEDU e da diverse Direttive UE per lo sviluppo di quel bene che è patrimonio dell’uomo sociale.

Quanto prescritto dalla nostra Costituzione, infatti, trova ancor oggi ostacolo nell’ambigua politica perseguita dal Governo che continua ad aggirare la regola del divieto dell’utilizzo dei contratti a termine per la copertura dei servizi pubblici. Le sanzioni previste dalla UE sono preventive e dissuasive, a presidio del naturale incontro tra domanda e offerta, sempre a tutela del prestatore d’opera. Purtroppo, però, di questa tutela sono privi i 300mila precari della pubblica amministrazione - di cui la metà nella scuola - a dimostrazione di come le autorità italiane siano ancora lontane dallo sconfiggere la piaga della precarietà, a dispetto di migliaia di domande risarcitorie riconosciute dai giudici nazionali.

D’altronde, il rapporto tra datore di lavoro e lavoratore deve essere in Italia ancora improntato ai principi di lealtà e affidamento, traditi nell’ultimo decennio (2008-2017) dall’annullamento mirato di alcune clausole contrattuali, delle regole stesse a fondamento di tale rapporto su blocco salariale e contrattuale, mancata indicizzazione degli stipendi all’inflazione (IVC), sanzioni disciplinari, modifiche dell’orario di lavoro. Sono tutte violazioni o interventi unilaterali introdotti da leggi in deroga alle norme pattizie e a insaputa dei lavoratori. Il Governo-Datore di lavoro ha abusato dei decreti d’urgenza per violare quelle regole che ora deve ripristinare.

Ma una seria politica di sviluppo economico, di cui ormai nessuno parla, non può nel nostro Paese prescindere da un piano di riconversione industriale intorno alla tutela, allo sviluppo e alla promozione del patrimonio artistico-culturale. Com’è possibile, ancora, che nella Nazione detenente il 50% del patrimonio UNESCO possa fallire la compagnia aerea di bandiera (Alitalia)? Più volte studi bancari hanno dimostrato come un investimento in questo settore dello Stato riporti all’imprenditore privato un guadagno di 200 volte superiore. Il Governo sembra latitare.

Come concludere?

Se nel Duecento il lavoro da momento di espiazione (ora et labora) si colora di un segno positivo per la collaborazione al progetto divino della creazione (San Francesco), oggi più che mai deve trovare nella giustizia sociale, nella tutela dei diritti dei lavoratori quella pace che può essere garantita soltanto da leggi rette, rispettose della Costituzione e della Carta europea dei diritti dell’uomo. In questo modo, possiamo onorare ancora una volta il lavoro quale strumento dell’uomo, animale politico, per la realizzazione di un regno di pacificazione e di giustizia, di un buon governo.

Chi è nella scuola ha il dovere di contribuire a creare una società più giusta, equa e solidale.

Pax et iustitia sorores sunt (Federico II).