Il comma 1 dell’art. 9 del decreto-legge n. 78 del 31 maggio 2010 è andato oltre il suo obiettivo, imponendo ai lavoratori della Pubblica Amministrazione un illegittimo meccanismo di blocco coattivo delle retribuzioni per gli anni 2011, 2012, 2013, compreso il trattamento accessorio, previsto dai rispettivi contratti di categoria. Il MIUR e il MEF hanno di conseguenza tagliato il FUN, il Fondo unico nazionale, in modo del tutto illegittimo e con quasi tre anni di ritardo, con una modalità ben più pesante di quanto stabilisse la legge. In media, ogni Dirigente Scolastico italiano negli ultimi cinque anni a causa dei tagli illegittimi ha perso 20.456,50 euro.

Ancora più grave è il danno permanente, quello cioè che rimarrà per sempre, perché avrà effetto non solo sugli stipendi futuri, ma anche sulla pensione e il TFR: sono 3.474,47 euro l’anno, pari a 267,27 al mese. Ma c’è un ulteriore danno da considerare, oltre a quello appena menzionato: il FUN negli ultimi anni è stato infatti decurtato in proporzione alla diminuzione del numero dei dirigenti scolastici in servizio. Contro i tagli del FUN, contro i danni subiti dai Dirigenti Scolastici italiani, l’UDIR organizza i ricorsi al TAR del Lazio e quelli al giudice del lavoro; i ricorsi sono assolutamente gratuiti e sono riservati agli iscritti all’UDIR. Le adesioni vanno presentate entro il 26 novembre.

Marcello Pacifico (presidente Udir): È questo il motivo, scorrendo anche i finanziamenti previsti nel disegno di legge n. 2960, per cui i tanto chiacchierati 400 euro di aumento nel prossimo contratto non ci saranno: la retribuzione fissa forse aumenterà, ma quella variabile ed accessoria sicuramente diminuirà, a causa del taglio del FUN che a partire dal corrente anno scolastico andrà a regime e dell’aumento dei Dirigenti Scolastici in servizio che ci sarà non appena verrà espletato il concorso.

 

I Dirigenti Scolastici sono l’unica categoria di pubblici dipendenti che negli ultimi anni ha subìto una pesante decurtazione degli stipendi, andando anche contro rispetto a quanto stabilito dalla stessa Legge Tremonti che stabiliva il blocco degli stipendi, non certo il loro taglio. Il comma 1 dell’art. 9 del decreto-legge n. 78 del 31 maggio 2010 ha infatti imposto ai lavoratori della Pubblica Amministrazione un meccanismo di blocco coattivo delle retribuzioni per gli anni 2011, 2012, 2013, compreso il trattamento accessorio, previsto dai rispettivi contratti di categoria.

Il MIUR e il MEF hanno di conseguenza tagliato il FUN, il Fondo unico nazionale, in modo del tutto illegittimo e con quasi tre anni di ritardo, con una modalità ben più pesante di quanto stabilisse la legge madre. In media, ogni dirigente scolastico italiano negli ultimi cinque anni a causa dei tagli illegittimi ha perso cifre consistente: anno scolastico 2012/2013: perdita di 4.089,02 euro; a.s. 2013/2014: perdita di 3.479,49 euro; a.s. 2014/2015: perdita di 3.655,62 euro; a.s. 2015/2016: perdita di 5.557,50 euro; a.s. 2016/2017: perdita di 3.683,61 euro. In totale fanno 20.456,50 euro a testa di perdita complessiva.

Ancora più grave è il danno permanente, quello cioè che rimarrà per sempre, perché avrà effetto non solo sugli stipendi futuri, ma anche sulla pensione e il TFR: sono 3.474,47 euro l’anno, pari a 267,27 al mese. Ma c’è un ulteriore danno da considerare, oltre a quello appena menzionato: il FUN negli ultimi anni è stato infatti decurtato in proporzione alla diminuzione del numero dei dirigenti scolastici in servizio. Così, il giorno che verrà espletato l’imminente concorso a preside e non ci saranno più vuoti di organico, cosa succederà? Semplice: ci sarà un ulteriore taglio, perché non solo diminuirà la “torta”, ma aumenterà il numero dei “commensali”.

I dirigenti scolastici italiani che percepiscono uno stipendio dimezzato rispetto ai colleghi della medesima area pubblica subiranno in questo modo un ulteriore danno economico, semplicemente perché il fondo sarà da suddividere per un maggior numero di dipendenti: possiamo quantificare la decurtazione ulteriore in altri 1.545,92 euro annui, che fanno 118,92 mensili. In totale il danno a regime ammonta quindi a 5.020,39 euro annui, pari a 368,18 euro mensili.

“È questo il motivo, scorrendo anche i finanziamenti previsti nel disegno di legge n. 2960, per cui i tanto chiacchierati 400 euro di aumento nel prossimo contratto non ci saranno: la retribuzione fissa forse aumenterà, ma quella variabile ed accessoria sicuramente diminuirà, a causa del taglio del FUN che a partire dal corrente anno scolastico andrà a regime e dell’aumento dei Dirigenti Scolastici in servizio che ci sarà non appena verrà espletato il concorso”, ha detto Marcello Pacifico, presidente nazionale Udir.

Presso ciò, contro i tagli del FUN, contro i danni subiti dai Dirigenti Scolastici italiani, l’UDIR organizza i ricorsi al TAR del Lazio e quelli al giudice del lavoro; i ricorsi sono assolutamente gratuiti e sono riservati agli iscritti all’UDIR. Le adesioni vanno presentate entro il 26 novembre.

 

 

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