Udir già a gennaio aveva presentato un emendamento al Decreto Concretezza in cui si chiedeva l’esclusione dell’Area e del Comparto Istruzione e Ricerca dai sistemi di verifica biometrica dell’identità e video sorveglianza degli accessi. Come riporta la stampa specializzata, adesso la misura viene prevista per i dirigenti scolastici, a dimostrazione del fatto che non si ha ben chiara la modalità di lavoro dei presidi, così come della quantità  di lavoro che gli stessi svolgono quotidianamente. Marcello Pacifico (Udir): Eravamo dispiaciuti qualche mese fa del fatto che il ministro Bongiorno non avesse voluto escludere del tutto la scuola italiana dal provvedimento sulle impronte digitali, poiché abbiamo più volte segnalato come sia totalmente impossibile assentarsi per i lavoratori della scuola, ma lo siamo ancora di più adesso che leggiamo queste nuove. Di certo, portiamo avanti la nostra battaglia

Le presidenze in Italia sono 8mila, articolate in 42mila plessi, alcuni di più di mille alunni, la maggior parte  invece di piccole dimensioni e sparsi su più comuni, a decine di chilometri l’uno dall’altro. In questo quadro, va a posizionarsi il DS, che si reca nei vari istituti frequentemente, sia per garantire e sorvegliare, affinché il servizio venga correttamente erogato, che per presiedere gli organi collegiali e le altre attività di programmazione e progetti in essere; infine, è tenuto a spostarsi abitualmente per i necessari e costanti sopralluoghi, poiché, in quanto datore di lavoro, è tenuto alla  verifica dell’idoneità dei locali e delle misure di sicurezza adottate.

Per non parlare della scuola come istituzione che, per espressa previsione di legge, richiede al dirigente scolastico di interfacciarsi con gli enti locali, gli uffici tecnici, le università e le agenzie formative in genere, i rappresentanti datoriali e dei lavoratori anche per le attività di alternanza scuola lavoro, altre a doversi recare in Tribunale, presso gli uffici periferici dell’INPS, INAIL, l’Agenzia delle Entrate, ecc. Chi scrive certi provvedimenti è informato del fatto che i DS sono i dirigenti con il più alto numero di dipendenti di tutta la PA e che sono unici tra tutti i corrispondenti colleghi  di seconda fascia ad organizzare e rispondere di un servizio pubblico destinato giornalmente a mille/duemila cittadini, e che, infine, hanno il maggior quantitativo di responsabilità e di adempimenti amministrativi, ma senza middle management e un adeguato riconoscimento del loro status, ancora discriminato rispetto agli altri?

IL COMMENTO DEL PRESIDENTE UDIR MARCELLO PACIFICO

Non va sottovalutata poi l’ignoranza giuridica: i DS da contratto non hanno mai avuto un orario di servizio, neanche nel contratto vigente e nell’ipotesi contrattuale sottoscritta da poco. E, ricordiamo, i contratti sono norme pattizie aventi forza di legge, per cui se si vuole intervenire sulle modalità della prestazione lavorativa e sull’orario di servizio dei DS la sede giuridica in cui procedere è il contratto. “Ma siamo sicuri che convenga? I dirigenti scolastici – afferma Marcello Pacifico, presidente nazionale Udir - potrebbero richiedere la quantificazione dell’orario ed esigere il corrispettivo dovuto per il costante sforamento dello stesso,  dovuto alle centinaia di adempimenti che gravano sulle loro spalle con uffici dimezzati e Dsga in numero non sufficiente. Si aprirebbe un doppio contenzioso, sull’intervento in materie disciplinate e sulla quantità e qualità della prestazione lavorativa, per le quali si attende ancora la rilevazione dello stress da lavoro correlato che chiediamo da tempo”.

“Udir è pronto a dare battaglia per tutelare l’operato dei dirigenti scolastici in ogni sede, per evitare disposizioni illegittime e umilianti per una categoria che invece, da 20 anni, attende giustizia ed equiparazione normativa e retributiva”, conclude Pacifico.

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