Il Ministro Bussetti, durante l’audizione davanti alle Commissioni 7ª della Camera e del Senato, parla di superamento del problema delle reggenze affidando la soluzione al concorso per diventare dirigente scolastico: ma quali saranno i tempi per la felice conclusione del concorso? Un anno sicuramente prima della messa in ruolo, salvo ricorsi che potrebbero allungare i tempi anche di tre anni. In questo caso i dirigenti attuali avrebbero ancora un carico operativo per almeno un anno, se non di più.

Marcello Pacifico (presidente Udir): Considerando che le reggenze scolastiche non garantiscono una funzionale organizzazione del servizio sia in termini di qualità sia in termini di efficienza organizzativa, la permanenza volontaria in servizio al 31 agosto 2019 dei dirigenti scolastici collocati in pensione dal 1° settembre 2018 garantirebbe la continuità alle istituzioni scolastiche, con un successivo passaggio quasi naturale ai nuovi presidi vincitori di concorso da espletarsi il 1° settembre 2019.

 

Come ha riportato Orizzonte Scuola, ieri il Ministro dell’Istruzione, dell'Università e della Ricerca Marco Bussetti, durante l’audizione davanti alle Commissioni 7ª della Camera e del Senato, si è espresso anche sui DS: ha parlato del corso-concorso per diventare dirigente scolastico e del superamento del problema delle reggenze.

Il Ministro ha affrontato la problematica soffermandosi sul fatto che “1.700 dirigenti sono reggenti di una o più scuole, a tutto discapito della qualità della gestione dei singoli Istituti, la cui organizzazione diviene tutti i giorni più complessa” affermando anche che la situazione migliorerà grazie al nuovo concorso “che si svolgerà nelle prossime settimane” e che dovrebbe riportare “alla normalità i carichi di lavoro” dei dirigenti “ già in servizio“ che svolgono il duplice lavoro nella scuola di titolarità e in quella affidata in reggenza.

Bussetti dunque si esprime sul superamento del problema delle reggenze e affida la soluzione al concorso, ma ci chiediamo: quali saranno le tempistiche per la felice conclusione dell’iter concorsuale? Un anno sicuramente prima della messa in ruolo, salvo ricorsi che potrebbero allungare i tempi anche di tre anni. In questo caso i dirigenti attuali avrebbero ancora un carico operativo per almeno un anno, se non di più. Inoltre, con l’inizio del prossimo anno scolastico, a seguito dei pensionamenti, volontari e d’ufficio, che si concretizzeranno in questi mesi, saranno oltre 2 mila le scuole prive del loro capo d’istituto e che quindi andranno in reggenza.

Il punto è: Udir ha già segnalato, più volte, la soluzione al problema delle reggenze è a chiesto, a gran voce, almeno di mantenere in servizio i dirigenti ancora per un anno o quantomeno in attesa del nuovo concorso. Marcello Pacifico, presidente nazionale Udir, afferma appunto che “il sindacato ha non solo anticipato i tempi, ma ha correttamente definito il problema individuando una risoluzione, seppure temporanea, ma con un significativo risparmio per le finanze pubbliche, ma anche di semplice ed efficace realizzazione. Considerando che le reggenze scolastiche non garantiscono una funzionale organizzazione del servizio sia in termini di qualità sia in termini di efficienza organizzativa, la permanenza volontaria in servizio al 31 agosto 2019 dei dirigenti scolastici collocati in pensione dal 1° settembre 2018 garantirebbe pertanto continuità alle istituzioni scolastiche, con un successivo passaggio quasi naturale ai nuovi presidi vincitori di concorso da espletarsi il 1° settembre 2019”.

Udir ritiene che chi vuole affrontare davvero il “problema” reggenze debba intervenire con urgenza e non contare sempre sulle già oberate e stanche spalle dei dirigenti: se si vuole dimostrare di aver capito i problemi della scuola occorre predisporre interventi di medio e lungo periodo, ma soprattutto di breve, urgenti, per permettere una serena attività lavorativa del personale scuola,

Solo da quando Udir ha iniziato a rappresentare con forza e in tutte le sedi, anche legali, il disagio della dirigenza scolastica le cose si stanno muovendo, ma i tempi sono ancora troppo lenti e uno Stato moderno deve viaggiare con tempistiche correnti, perché la velocità con cui cambia la società è infinitamente più alta di quella della pubblica amministrazione. Se si continua su questa strada, purtroppo, si accumuleranno ritardi, sempre più incolmabili.

 

 

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