L'Ape volontaria non è un anticipo di pensione, ma un prestito bancario oneroso per i lavoratori, da restituire per intero con interessi e relative copertura a garanzia assicurativa.

Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Risolvere il problema delle pensioni implica la revisione totale dell’accesso, in primis, al mondo del lavoro; occorrono infatti un lavoro stabile, più contributi e la revisione del sistema pensionistico per i giovani di oggi che saranno il pilastro della società del domani.

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Sia chiaro che l'Ape volontaria non è un anticipo di pensione, ma un prestito bancario oneroso per i lavoratori, da restituire per intero con interessi e relative copertura a garanzia assicurativa. Nei comunicati precedenti abbiamo spiegato modalità e requisiti di fruizione: la platea coinvolta è quella dei lavoratori dipendenti pubblici e privati, lavoratori autonomi e iscritti alla Gestione Separata dell’INPS. Occorre adesso stabilire, considerata la recente firma dei decreti attuativi, il rapporto costi-benefici che interesserà i richiedenti.

Il sistema è quello di un prestito erogato dalle banche prima della data di entrata in pensione effettiva e sarà garantito dalle assicurazioni contro il rischio di premorienza. Il periodo antecedente al compimento dei 66 anni e 7 mesi verrà “coperto” tramite l’erogazione di un prestito bancario che oscilla tra il 75% e il 90% del futuro assegno pensionistico.

A maturazione dell’età pensionabile, l’Inps inizierà a erogare la pensione decurtata, cioè al netto di quanto occorre restituire per il prestito ricevuto, per gli interessi e per l’assicurazione obbligatoria, per un totale di 260 mesi (20 anni).

Dal momento che non sono state stabilite le convenzioni tra governo e banche e assicurazioni sul tasso di interesse del prestito e il costo delle polizze, occorre fornire un riscontro preciso sull’ammontare complessivo dell’operazione che potrebbe interessare migliaia di persone.

Si parla di una media oscillante tra il 4,2% e il 4,6% sulla pensione mensile netta maturata, anche considerando che la metà degli interessi e del costo della polizza sarà detraibile, su una media di 20 anni, con un tasso di finanziamento del 2,7-2,8% e un premio assicurativo pari al 30-32% del capitale.

Vediamo, nel dettaglio, un esempio concreto: pensione mensile maturata e certificata dall’Inps di 750 euro netti (822 euro lordi, inclusa l’Irpef) che richieda un’Ape volontaria dell’85% (638 euro) e un prestito-ponte di 12 mesi; considerando 11 euro di detrazione fiscale, la rata mensile ammonterebbe a 55 euro e andrebbe a incidere per il 4,6% per ogni anno d’anticipo sul “nuovo” assegno pensionistico netto che sarebbe a questo punto di 706 euro al mese.

Rispetto ai costi dell’operazione, non è tardata ad arrivare la riflessione del Presidente nazionale Anief e membro confederale Cisal Marcello Pacifico, il quale si è ampiamento soffermato sulla questione, affermando che il sistema Ape non darà di certo quella svolta che ci si aspetta da tempo sull’economia; economia e occupazione, lo stesso binomio di un sistema che non può prevedere una riforma del lavoro (recentissima) non accompagnata da una riforma fiscale.

“Risolvere il problema delle pensioni implica la revisione totale dell’accesso, in primis, al mondo del lavoro; occorrono infatti un lavoro stabile, più contributi e revisione del sistema pensionistico per i giovani di oggi che saranno il pilastro della società del domani. Si auspica – continua il presidente Pacifico - una presa di posizione da parte dei membri del governo; occorre vagliare soluzioni immediate per una crescita economica più veloce. È inutile e poco proficuo rimarcare revisioni della storia di stampo conservatoriale e non guardare al futuro”.

Marcello Pacifico conclude invitando tutti a una riflessione importante sul fatto che non si può nascondere il passato: in certe aree del pubblico impiego sono state erogate pensioni non soltanto più alte di quelle che verrebbero fuori dal metodo di calcolo contributivo, ma in molti casi totalmente ingiustificate, sfruttando appigli legali e cavilli burocratici di vario tipo. Secondo il presidente del giovane sindacato, non ci troviamo di fronte a una catastrofe, ma sicuramente dinnanzi a un fenomeno rilevante che interesserà il sistema per il prossimo decennio. Di sicuro, gli strumenti messi in campo dal governo non sono quelli adatti a risolvere il problema.

Si ricorda che Anief ha siglato una convenzione con il Centro servizi Cedan, società autorizzata a erogare, per mezzo della confederazione Cisal, servizi di Caf e patronato; è sempre possibile chiedere una consulenza personalizzata per sapere se si ha diritto ad andare in quiescenza prima dei termini contributivi e di vecchiaia previsti dalla legge e per scoprire il valore dell’assegno pensionistico, oltre a ulteriori servizi. Per contatti, ci si può collegare al sito internet. Per avere tutte le indicazioni necessarie è possibile anche scrivere una e-mail all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., oppure chiamare al numero telefonico 091.424272 dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 13.00 e il mercoledì dalle ore 14.00 alle ore 18.00.

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