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Dopo quelli al FUN 2017/2018 continuano i tagli anche a quello relativo all’anno 2018/2019, tanto da richiedere un intervento urgente del Governo con uno stanziamento una tantum di 13 milioni di euro per evitare la beffa ai Dirigenti scolastici di dover restituire quanto percepito, tra l’altro in un momento molto difficile per la scuola Italiana impegnata con la ripartenza post Covid-19 che dovrebbe premiare e non penalizzare quanto gli stessi hanno fatto e dovranno fare durante quest’anno scolastico

Oggi Marcello Pacifico, presidente nazionale dei sindacati Anief e Udir, ha indirizzato una lettera al personale scolastico tutto, agli studenti e alle loro famiglie, alla vigilia del ritorno in classe. Infatti, ha affermato Pacifico, “la scuola deve ripartire, è responsabilità di ognuno di noi” e “nel ripartire si deve avere chiaro un nuovo patto educativo tra le famiglie e tutta la comunità educante con una particolare attenzione alla cura della salute, delle relazioni sociali, di chi è rimasto indietro, di chi è più debole, di chi è fragile, del nostro ambiente”.

Leggi la lettera integrale inviata oggi alla vigilia del 14 settembre. 

Sta facendo discutere l’ordinanza 70 dell’8 settembre scorso dalla Regione Campania sull’obbligo tassativo di docenti e personale Ata di sottoporsi al test sierologico per verificare l’eventuale contagio da Covid19, con tanto di multa (salata) per chi dovesse rifiutarsi. La decisione è contraria a quanto sottoscritto dal Ministero dell'istruzione sindacati a livello nazionale, alle indicazioni del comitato tecnico-scientifico, a quanto legiferato dal Governo. Pacifico (Anief-Udir): Ho fatto il test martedì scorso e abbiamo invitato tutti a farlo. Ma imporlo è inutile: 8 milioni di studenti non lo fanno, così come misurare la febbre prima dell'entrata.

“Obbligare i lavoratori a svolgere il test sierologico a pochi giorni dall’inizio della scuola – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e Udir – rappresenta una forzatura, che non può essere nemmeno giustificata dall’incremento dei contagi, considerando che la quota è ormai stabile da qualche settimana. Noi, certamente, siamo stati i primi a sostenere che va svolto, perché è fondamentale tutelare la salute di tutti i lavoratori, ad iniziare da coloro che versano in condizioni di “fragilità” e che, in caso di positività, va effettuato con immediatezza il tampone. Ma da qui a cambiare le decisioni sui due piedi e senza motivazioni solide ce ne passa. Anche perché va ricordato che continua a non essere un’eccezione il rimbalzo di responsabilità tra medici di famiglie e Asl su chi deve praticare l’esame. Con i lavoratori costretti a rivolgersi, spesso, all’uno e all’altro senza trovare soluzione. In Calabria, ad esempio, ancora si devono svolgere. Quello che riteniamo prioritario, invece, è il rispetto dei protocolli approvati per il comportamento a scuola, in modo di evitare assembramenti, con la formazione di gruppi classe non oltre di 15 alunni, come Anief continua a chiedere dal mese di aprile”.

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