Con la conversione il legge del Decreto Legge 111 di quest'estate sono state inoltrate e adattate delle incombenze nuove per il personale e per i dirigenti scolastici, i quali hanno precise e nuove responsabilità sul controllo del personale per verificare chi è sprovvisto di quella certificazione verde che i lavoratori sono obbligati a possedere e a mostrare. “Gli stessi dirigenti scolastici saranno sanzionati se omettono questo controllo”, fa notare Marcello Pacifico, presidente Udir, nel corso di un’intervista a Italia Stampa. “E anche i dirigenti scolastici – continua il sindacalista - sono sottoposti a possedere la certificazione verde: sono i direttori degli uffici scolastici regionali che dovrebbero controllarli. Udir ha presentato anche per loro un ricorso e insieme ad Anief e agli uffici legali andare a ripristinare e disporre il rispetto del diritto che sembra leso e rispetto a delle decisioni che vengono prese in un momento straordinario che sta attraversando il nostro Paese, quale è quello della pandemia”.

Continua a tenere banco la polemica sul possesso forzato del Green Pass per accedere sul posto di lavoro. “Tutto questo – commenta Marcello Pacifico, leader del sindacato Udir - mentre si discute anche in Italia se è normale possibile pagare il tampone o meno, quindi se di fatto bisogna pagare per poter lavorare”.

Sembra un paradosso, visto che, continua Pacifico, “prima si era pagati per lavorare”: sembra un “discorso di lana caprina, però è l’ABC della nostra democrazia. Perché oggi viviamo in uno Stato che pretende dai lavoratori pubblici e privati per poter lavorare”, ma questo accade in una “Repubblica che è sancita sul lavoro, quindi si dovrebbe cambiare il primo articolo della Costituzione italiana e dire che la Repubblica Italiana è una Repubblica fondata sul lavoro con la certificazione verde”.

“A questo punto – conclude il presidente nazionale Udir - non si comprende se tutto questo sia compatibile con diritto dell'Unione Europea, nel quale non si parla tanto di lavoro ma soprattutto di difesa dei diritti fondamentali; proprio in quel regolamento comunitario” che intende “non discriminare i lavoratori appunto in base al possesso della certificazione verde”.