Con l’autonomia scolastica, il numero degli studenti e dei plessi delle sedi scolastiche è rimasto pressoché invariato, a differenza invece delle sedi di presidenza, che sono state ridotte del 25%. Ciò ha portato senza dubbio a un sostanziale aggravio delle attività e delle responsabilità dei presidi, spesso ridotti a gestire in media cinque plessi con mille alunni e 200 dipendenti, a differenza di tutti gli altri dirigenti degli uffici pubblici, peraltro in edifici per l'80% non a noma di cui devono rispondere pur non avendo potere di spesa per gli interventi, spesso condannati in sede penale. La denuncia di UDIR

 

Anche quest'anno, ad esempio, una sede su otto è andata in reggenza, nonostante l'immissione in ruolo di 2 mila nuovi ddss. Come emerso da un approfondimento di TuttoScuola, la sicurezza è un argomento che desta stress tra i DS., che, tra l’altro, sta particolarmente a cuore a Udir. Marcello Pacifico (Udir): La sicurezza è un tema che sentiamo molto vicino e la conseguente tutela dei nostri soci è prossima alla ratio del nostro sindacato, poiché, sin dalla fondazione, abbiamo deciso di stare al fianco dei DS, supportandoli soprattutto in relazione a quei problemi che prendono più di tutti tempo, energie, e che spesso non vengono lo stesso risolti. Come sindacato, insieme ad Eurosofia, abbiamo promosso diversi incontri seminariali alla presenza di esperti sullo stress di lavoro correlato. E siamo pronti a continuare per prevenire, ma anche per proporre al legislatore le opportune iniziative.

 

Il caso

Nonostante il numero degli studenti sia rimasto sostanzialmente invariato nell'arco di un decennio, e alcuni plessi siano stati chiusi per l'estrema incolumità, si è passati con il DPR sul dimensionamento scolastico dalle 12 mila alle attuali 8 mila sedi di dirigenza, di cui mille ancora in reggenza, per 40 mila punti di erogazione del servizio. I numeri forniti da TuttoScuola sono impietosi: “un dirigente scolastico deve occuparsi in media di 1.194 studenti (e di altrettante famiglie), il 55% in più rispetto al 2000 (quando si occupava di 769 studenti). In Finlandia – il paese che il nuovo Ministro dell’istruzione Lorenzo Fioramonti ha indicato come modello a cui riferirsi – per previsione normativa ogni dirigente scolastico non può occuparsi di più di 500 studenti (superata la soglia viene nominato un ulteriore dirigente)”. In pratica, “il dirigente scolastico italiano coordina oggi in media 160 dipendenti (tra docenti e personale non docente): 56 in più rispetto a 18 anni fa (+54%). È responsabile di più di sei sedi scolastiche (erano 4 nel 2000), poste in alcuni casi a molti chilometri di distanza, che deve “presidiare” fisicamente con frequenza. Ha la rappresentanza legale dell’istituzione scolastica, cosa che in molti casi porta, anche senza colpa, davanti ai giudici a causa di una società sempre più litigiosa che scarica sul capo d’istituto, terminale dello Stato sul territorio, frustrazioni e delusioni”.

Tra l’altro, sempre TuttoScuola, ha raccolto anche l’esperienza del DS della scuola più grande d’Italia, Vito Pecoraro, il dirigente scolastico che detiene il record italiano: “da settembre 2018 è a capo dell’istituto con più studenti in Italia, l’alberghiero ‘Pietro Piazza’ di Palermo, 2.840 studenti, e – come se non bastasse – l’anno scorso reggente del comprensivo “Maredolce”, 1.062 studenti in 55 classi. In totale, 175 classi e quasi quattromila studenti (3.902) dai tre ai 18 anni. Di molto sopra la media italiana, già altissima, di 1.194 studenti. Cinquantadue anni, ex insegnante di francese, i primi due anni da dirigente scolastico in Emilia Romagna (ha vinto il concorso del 2006, a 41 anni) e poi il ritorno in Sicilia”. Al giornalista, che gli ha chiesto quali fossero le principali fonti di stress, il DS ha risposto: “Al primo posto la gestione quotidiana della sicurezza. Ogni giorno nell’alberghiero ho il pensiero costante dei ragazzi che usano le cucine. Per fortuna ho la Rspp interna, vanno controllate in continuazione. Il pensiero dei ragazzi che sono fuori: escono non una ma dieci – quindici classi insieme. Il pensiero delle prove di evacuazione: l’alberghiero è su sei piani, direttamente su strada quindi anche i punti di raccolta devono essere ben percepiti da tutti dato che devono uscire quasi 3200 persone. Riusciamo ad evacuare in nove minuti ma –  e me lo chiedo ogni mattina – se invece di una prova programmata ci trovassimo di fronte ad un’emergenza vera, un terremoto o un incendio, sarebbe così facile? Mancano fondi nelle scuole per una costante formazione del personale: tra personale docente e Ata ho circa 500 persone da formare e dotare di dispositivi di sicurezza. I fondi dobbiamo inventarceli”.

Il dirigente scolastico, inoltre, ha affermato che lo preoccupa pure “il coordinamento con l’ente locale. Noi siamo datori di lavoro e a volte avvisare l’ente locale del rischio non ci solleva dalle responsabilità. Alcuni edifici sono pubblici ed altri privati – situazione molto comune al sud – e quindi anche se ci sono finanziamenti del Miur per l’edilizia non possiamo utilizzarli per tutti i plessi. Non riusciamo a garantire ai ragazzi il momento dell’assemblea d’istituto perché l’aula magna non è sufficiente a contenerli tutti. Una parrocchia limitrofa ci ospita ma sono sempre solo 700 posti. La palestra è piccolissima ma siamo riusciti a trovare un accordo con il presidente della circoscrizione per un campetto vicino. Io vorrei che i ragazzi facessero due ore di pratica sportiva ma invece siamo costretti a farne solo una e l’altra di teoria, proprio per ragioni strutturali”.

La posizione di Udir

Certamente la questione della sicurezza è un tema molto delicato, che sta particolarmente a cuore a Udir, che ha più volte ripreso l’argomento, cercando pure di supportare i DS che risultano molto preoccupati, visto che molti omologhi sono finiti dietro le sbarre, imputati per responsabilità non loro. Il sindacato auspica che la proposta di legge presentata dall'on. Virginia Villani sia al più presto approvata per evitare che i presidi siano puniti per responsabilità di chi è proprietario dell'immobile.

Il parere del presidente Udir Marcello Pacifico

Marcello Pacifico, presidente Udir, ricorda che “il DS è caricato di responsabilità enormi, che non sono nemmeno confrontabili con quelle degli altri colleghi dirigenti: ogni mattina, un preside apre la sua scuola e sa che ci sono 105 capi d’accusa. Ma bisogna che il ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti intervenga pure sugli organici modificando al ribasso il numero del rapporto tra studenti e scuole autonome sull'esempio finlandese da lui apprezzato e introducendo una normativa specifica sul riconoscimento e la prevenzione del burnout”.

Nel frattempo, Udir al fine di tutelare i presidi anche neo-assunti ha messo a disposizione dei soci una checklist con richieste di pertinenza del DS, un documento da inviare agli enti territoriali proprietari degli istituti di pertinenza. Per avere l’istanza, basta scrivere un’e-mail all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.


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