Anche se c’è molto da fare per risolvere i problemi della scuola, una buona notizia giunge dallo Schema del Decreto – Legge: all’articolo 3 è specificato l’esonero dalla rilevazione biometrica di dirigenti scolastici e Ata. Marcello Pacifico (Udir): Siamo soddisfatti, perché una nostra battaglia ha raggiunto il suo scopo, ma anche consci che la strada è ancora lunga per realizzare l’idea di scuola giusta che abbiamo ben chiara, e questo percorso passa anche per una maggiore tutela riservata a chi è a capo dei nostri istituti italiani

 

Per i dirigenti scolastici c’è una novità che fa ben sperare; infatti, lo schema del nuovo Decreto Legge trasmesso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, ai sensi dell’Accordo del 24 aprile di Palazzo Chigi - e non dell’Intesa del 1° ottobre mai citata nella relazione illustrativa - siglato dai sindacati firmatari di contratto, afferma che i DS sono esclusi dalla rilevazione delle impronte digitali.

All’articolo 3, il comma 1 interviene esonerano gli attuali 200 mila Ata e 8 mila DD.SS. dall’applicazione della norma sulla video-sorveglianza e sulla rilevazione delle impronte biometriche per la verifica dell’accesso dei lavoratori a fronte di 8 milioni di studenti, genitori e 700 mila docenti esclusi, come chiesto più volte dal giovane sindacato Udir che, in una nota, aveva espresso la volontà di impugnarla per violazione della privacy, dello Statuto dei lavoratori, per illogicità manifesta e la mancanza di rispetto del personale.

Udir ha fatto dell’argomento una vera e propria battaglia, affermando che la scuola è il luogo per eccellenza del rapporto con il pubblico: è un contesto dove, per la continua presenza di alunni e l’alto flusso di genitori, docenti e cittadini, sarebbe impossibile essere presenti e invece stare da un’altra parte trattandosi, appunto, di dirigenti che con la scuola dell’autonomia hanno visto triplicare gli incarichi quotidiani da assolvere: compito che si raggiunge solo con quotidiano impegno e spirito di abnegazione.

Marcello Pacifico, presidente nazionale Udir, si dice soddisfatto per il risultato raggiunto grazie anche all’impegno del sindacato, consapevole anche che “la scuola deve compiere ancora molta strada per realizzare l’idea di scuola giusta che abbiamo ben chiara; questo tragitto passa pure per una maggiore tutela riservata a chi è a capo dei nostri istituti italiani. Ricordiamo ci che tutti i giorni, ogni volta che un preside apre la scuola, tra amministrativo, civile e penale, si ritrova con 105 capi d'imputazione potenziali sulla testa. Noi continuiamo a lottare, al fianco di chi, quotidianamente, tiene in piedi i nostri istituti e dunque l’istruzione dei nostri figli”.

 

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