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Si comunica che Lunedì 14 agosto 2023 e Martedì 15 agosto la segreteria nazionale udir rimarrà chiusa, le normali attività riprenderanno Mercoledì 16 agosto 2023

Il ministero dell’Istruzione e del Merito e i sindacati della dirigenza scolastica all’unanimità hanno firmato oggi il testo definitivo del Contratto Collettivo Nazionale Integrativo: l’accordo sul contratto integrativo individua le fasce di complessità, i criteri di riparto e d’impiego delle risorse che costituiscono il Fondo unico nazionale (FUN), tra quota destinata alla retribuzione di posizione e quota destinata alla retribuzione di risultato, per l’anno scolastico 2023/24.

 

Si comunica che Venerdì 14 luglio 2023 la segreteria nazionale udir rimarrà chiusa, le normali attività riprenderanno lunedì 17 luglio 2023

Stamani, presso la Camera dei deputati, il giovane sindacato Udir, con la delegazione Confedir, è stato audito presso le Commissioni riunite I (Affari costituzionali) e XI (Lavoro) su DL 75/2023 - PA Bis. La delegazione Confedir era composta da Maria Assunta Miele e Chiara Cozzetto.

“Per quanto riguarda i dirigenti scolastici - ha affermato Marcello Pacifico, presidente nazionale del sindacato – Udir, grazie all'audizione Confedir, ha chiesto una deroga al dimensionamento, l'aumento del FUN per equiparare le aree della dirigenza e soluzioni per i dirigenti scolastici licenziati esclusi dall'ultimo intervento normativo”.

Stamani, presso la Camera dei deputati, Anief è stata audita presso le Commissioni riunite I (Affari costituzionali) e XI (Lavoro) su DL 75/2023 - PA Bis. Marcello Pacifico, leader del giovane sindacato, ha sottolineato come la scuola abbia bisogno “di un organico aggiuntivo di personale docente educativo e Ata per attuare il PNRR, di soluzioni per integrare le graduatorie del concorso straordinario; di reintegrare il personale docente licenziato che ha superato l'anno di prova, e di interventi per garantire l'accesso in sovrannumero dei percorsi abilitanti di 30 CFU al personale docente di ruolo, precario con 36 mesi di servizio, ingabbiato”.

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Come si fa a gestire 38 plessi scolastici sparsi in undici comuni distanti fino a quasi 40 chilometri l’uno dall’altro? L’impresa impossibile è quella che ogni giorno affronta un dirigente scolastico di Avellino. Il preside è Franco Di Cecilia e in questi giorni ha inviato un appello: ridurre il parametro dei 900 alunni imposti con il dimensionamento previsto dal governo, perché peggiorerebbe la situazione, mentre servirebbero deroghe per i territori montani. Il preside non si limita a lanciare appelli: ha già detto, a Il Mattino, che intende avviare una vertenza da parte della Provincia di Avellino nei confronti della Regione e del Parlamento italiano chiedendo anche che “non prevalgano logiche politiche o di centralità geografica”.

Continua il lavoro delle commissioni riunite Affari costituzionali e Lavoro della Camera sull’esame degli emendamenti al decreto legge PA n. 44/2023, tra alcune decine salva-scuola presentati da Anief e Udir. Per i dirigenti scolastici arrivano buone notizie: sembra essere arrivato, infatti, il sì all’emendamento chiesto da Udir sulla mobilità da attuare sul 100% dei posti dei dirigenti scolastici, senza nullaosta dell’Ufficio scolastico regionale, e in deroga ai vincoli contrattuali (seppure il testo sia stato riformulato). “Questo ci rincuora – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e Udir – perché la nostra azione sta producendo dei frutti. Rimaniamo ancora una volta vigili, perché siamo in attesa di comprendere quale sarà il destino di altri emendamenti: diversi di quelli prodotti da Anief, annunciati qualche giorno fa in audizione sempre alla Camera, sono stati infatti ‘accantonati’ e risultano  in arrivo, gli emendamenti e i pareri del Governo che andranno a pesare molto nella scelta finale dei parlamentari”.

In 20 anni, persa quasi la metà delle sedi di presidenza nell'indifferenza della politica e del sindacato. Da 11.500 mila del 2010 a 6.500 nel 2030. Chiuso un plesso su cinque già (10 mila unità). La denuncia di #UDIR a commento dei dati del Guardian e di Tuttoscuola. Sembra una spirale inarrestabile: più diminuiscono gli studenti più si innalza il rapporto alunni-studenti nella composizione delle classi e nel dimensionamento scolastico con il risultato clamoroso di aver più sedi comunali che istituzioni scolastiche nonostante l'evidente calo demografico.

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